Abbiamo ricevuto un messaggio da Piero Ragazzini che partecipa in questi giorni al pellegrinaggio della chiesa di Bologna in Terra Santa, lo condividiamo come elemento di riflessione e per invitare tutti noi a non “abituarci” alla condizione di guerra in cui le persone scompaiono o al massimo diventano statistica

Oggi abbiamo incontrato Padre Marcelo di Gaza.

Si trova dal 1993 in Terra Santa ed è Segretario dell’assemblea dei vescovi cattolici in Terra Santa. Gaza, luogo simbolico e antico della Terra Santa .

Ricorda Sansone che proprio qui fu fatto prigioniero e qui sentenziò: muoia Sansone con tutti i filistei.

I cristiani di Gaza hanno radici profonde perché’ sono diretti discendenti dei primi cristiani.

Tante, troppe le vicissitudini politiche a partire dal protettorato inglese del ‘48, fra occupazioni e operazioni militari israeliane.

Gaza, prima del 7 ottobre 2023 è un grande carcere a cielo aperto: manca l’elettricità (4/5 ore al giorno) e l’acqua non è potabile. Ogni giorno arrivano 500 camion di aiuti umanitari, ma non bastano. I cattolici a Gaza sono 1017 ( 0,044 per cento) della popolazione che vede la maggioranza di mussulmani. A Gaza ci sono 3 scuole cristiane dove studiano 2250 ragazzi e ragazze ( in prevalenza mussulmani).

Dopo il 7 ottobre sono i numeri a raccontarci lo scenario: 1250 morti israeliani, oltre 37.000 morti palestinesi a Gaza di cui 13.000 bambini. I Cattolici rimasti sono circa 400. E’ grande la stanchezza fisica e psicologica: alcuni dormono in Chiesa . Il cibo scarseggia e i costi insostenibili: ci vogliono 100 euro per un kg di carne, 1 uovo costa 2,5 euro , il gasolio 300 euro per 16 litri, se si trova. Ovviamente tutto a mercato nero.

La situazione sanitaria è drammatica.

Tutti i giorni Papa Francesco chiama i volontari di Gaza: un segno molto bello e che da’ loro forza.

Ma il futuro resta davvero tanto incerto.

Le scuole sono chiuse. I pochi cristiani rimasti nella striscia non vogliono partire, anche se hanno fatto loro proposte importanti. “Ci fanno del male ma noi nel nostro piccolo non ne faremo” ripetono. I rapporti con Hamas non sono amichevoli , ma Hamas è l’autorità e dobbiamo chiedere a loro, per aver permessi, per muoverci, per andare in ospedale. Ci sono due Parrocchie nella striscia: la fede li aiuta molto ci confidano.
“Anche se la situazione è molto difficile, dobbiamo pensare a come fare del bene, a tutti, non solo ai cristiani”.

“Comunione e pace. Essere vicini a chi è nella sofferenza”. Con queste parole, il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della CEI e arcivescovo di Bologna, sintetizza lo spirito e gli obiettivi del pellegrinaggio dal 13 al 16 giugno, in Terra Santa con 160 bolognesi provenienti da diverse realtà. Pax Christi Italia, Associazione Papa Giovanni XXIII, Agesci, Movimento dei Focolari, Acli, Azione Cattolica, solo per citarne alcune.

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